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La comunicazione rappresenta la base di ogni rapporto sociale. Gli individui che fanno parte di un gruppo devono necessariamente scambiarsi informazioni per potersi coordinare tra loro.

La domesticazione del cane ha avuto una profonda influenza anche sul suo modo di comunicare, sia con i suoi simili, ma soprattutto con l’essere umano.

Co-evoluzione cane uomo

Come tutti sappiamo, il canale di comunicazione tipico dell’essere umano è il linguaggio verbale.

Il cane, come la maggior parte delle altre specie, utilizza invece la combinazione di diversi canali per interagire con gli altri individui.

Il cane e l’uomo hanno subito un vero e proprio processo di coevoluzione che ha portato il cane a perfezionare le sue capacità di comprensione del nostro linguaggio verbale.

I cani, inoltre, sono in grado di leggere il nostro linguaggio non verbale, ovvero l’insieme dei messaggi che diamo in modo involontario attraverso la postura, il modo di gesticolare, le variazioni nella tensione muscolare e così via.

Per i cani la comunicazione acustica costituisce solo una frazione marginale del loro linguaggio.

Le vie di comunicazione

I cani comunicano principalmente attraverso la comunicazione olfattiva e visiva. Utilizzano poi la comunicazione tattile, principalmente per rinforzare la struttura sociale e la comunicazione acustica specialmente per interagire con il proprietario.

La comunicazione olfattiva

La comunicazione olfattiva avviene attraverso i feromoni, ovvero, sostanze odorose prodotte da determinate ghiandole localizzate sul corpo del cane. Queste ghiandole si trovano principalmente: nella zona perianale, vicino alla bocca e alle orecchie, tra i polpastrelli e accanto ai capezzoli.

I cani utilizzano questa via di comunicazione quando vogliono lasciare un messaggio duraturo nel tempo e percepibile a grandi distanze. L’esempio più comune è la marcatura di un territorio.

I cani hanno un olfatto molto sviluppato che gli permette di ricevere un’infinità di informazioni sul mondo circostante. Inoltre possiedono un organo specifico per decifrare i messaggi contenuti nei feromoni.

Queste speciali secrezioni, infatti, funzionano come una sorta di carta d’identità descrivendo l’individuo che li ha rilasciati.

I feromoni vengono utilizzati anche: per lasciare messaggi sullo stato fisiologico dell’animale, come la predisposizione all’accoppiamento; per lanciare un messaggio di allarme; per indicare che un luogo è sicuro; oppure per specificare l’appartenenza ad un gruppo.

La comunicazione visiva

La comunicazione visiva è costituita dall’insieme dei segnali inviati attraverso: le posture, la mimica facciale e i movimenti delle varie parti del corpo.

Il cucciolo impara ad utilizzare nel modo corretto questo canale di comunicazione già nei primi mesi di vita. I cani separati troppo precocemente dalla madre e i fratelli sono molto più soggetti a problemi di socializzazione.

Imparare ad interpretare i messaggi che il cane invia è molto importante anche per il proprietario.

Il nostro ruolo è essenziale per il benessere del cane e riuscire a comprendere il suo stato d’animo è fondamentale per costruire una relazione armoniosa.

Se siamo in grado di capire quando il cane si trova in uno stato di disagio o stress, possiamo intervenire e interrompere quella situazione. Se ci accorgiamo che si trova in uno stato d’allarme, possiamo rassicurarlo ed evitare che la paura possa trasformarsi in aggressività.

La scala dell’aggressione

I cani raramente utilizzano il morso come prima risposta ad una situazione negativa. Essi infatti inviano una serie di messaggi visivi per avvertire l’altro individuo che quella particolare interazione non è gradita.

Questi messaggi seguono una successione molto precisa, si possono infatti individuare vari livelli di intensità di stress e associarli a particolari comportamenti.

Partendo da un livello di stress minimo e crescendo d’intensità, il cane:

– Sbadiglia, strizza gli occhi, si lecca il naso

– Gira la testa nella direzione opposta e sposta lo sguardo

– Gira l’intero corpo nella direzione opposta, si sposta e si siede

– Va via (quando la situazione glielo consente)

– Fissa lo sguardo in un punto e appiattisce le orecchie sulla testa

– Si rannicchia con la coda in mezzo alle gambe, sotto al corpo (spesso con gli occhi spalancati, mostrando il bianco del globo oculare)

– Si sdraia sulla schiena, mostra il ventre a zampe sollevate

– Si irrigidisce sulle quattro zampe con lo sguardo fisso sull’altro individuo

– Ringhia

– Schiocca le mandibole

– Morde

È molto importante interrompere immediatamente l’interazione quando riconosciamo questi segnali.

Se la nostra azione non si conclude e la fonte di stress permane, stiamo involontariamente insegnando al cane che i suoi messaggi non hanno valore. Se ciò si ripete frequentemente, il cane impara che l’unico modo per mettere fine alla quella situazione di disagio è passare direttamente all’atto pratico, mordendo.

L’importanza del contesto

Un’altra informazione molto importante per interpretare il comportamento di un cane è rapportarlo al contesto in cui viene attuato.

Ad esempio, sdraiarsi sulla schiena esponendo il ventre non è sempre una richiesta di coccole, ma può significare uno stato ansia elevato dovuto ad un altro cane o una persona non gradita.

Così come, il ringhio o il pelo eretto sulla schiena non denotano sempre aggressività, anzi, sono spesso manifestati durante il gioco.

La comunicazione tattile

La comunicazione tattile è la prima che si sviluppa nei cuccioli, anche in questo caso, la separazione precoce dalla madre crea gravi ripercussioni nel cane adulto. La madre, infatti, attraverso il contatto insegna le corrette regole sociali e l’autocontrollo.

Nelle prime fasi di vita il cucciolo impara ad utilizzare il morso in modo adeguato, ovvero, a dosare la forza in base alla situazione in cui viene impiegato. Ad esempio, durante il gioco non si ricorre mai al morso per ferire realmente l’avversario, incidenti di percorso esclusi.

Il contatto con la bocca e il naso di un altro cane è uno dei più diffusi segnali di amicizia. Questo comportamento si osserva comunemente nei cuccioli che salutano la madre o tra cani appartenenti ad uno stesso gruppo. Viene fatto in genere scodinzolando, con le orecchie abbassate e gli occhi socchiusi.

Il contatto non è sempre gradito

Il contatto fisico però può anche rappresentare un segnale di sfida. Quando due cani si fronteggiano, con una postura impettita e rigida, si può spesso osservare il tentativo di appoggiare una zampa sulla testa o sul collo dell’avversario.

È molto importante ricordare che: non tutti i cani gradiscono il contatto fisico da sconosciuti e famigliari, le carezze dirette sulla testa possono essere interpretate come una minaccia e gli abbracci, che per noi umani sono un segno d’affetto, per un cane possono essere invece un segnale competitivo e di sfida.

Le incomprensioni comunicative possono sfociare in circostanze spiacevoli e potenzialmente pericolose. Prestiamo quindi molta attenzione a quello che il cane vuole esprimere e non forziamolo mai a subire situazioni sgradevoli e stressanti.

La comunicazione acustica

La selezione da parte dell’uomo ha influito anche sulla comunicazione acustica del cane. I cani domestici, infatti, sono in grado di produrre una quantità maggiore di vocalizzi rispetto al loro antenato selvatico.

I suoni emessi dal cane possono essere suddivisi in tre categorie: suoni vocali, suoni non vocali e suoni misti.

I suoni vocali

I suoni vocali comprendono:

– gli abbai che vengono emessi in svariati contesti per esprimere minaccia, avviso, eccitazione o come richiamo. Sono la frequenza e il tono che indicano l’emozione provata dal cane.

– gli ululati, utilizzati per segnalare la posizione di un individuo rimasto solo, per coordinare la caccia o in risposta allo stesso tipo di vocalizzo di un altro individuo.

– i gemiti che possono essere emessi per salutare un individuo del gruppo, come invito al gioco o anche in situazioni di contrasto.

– le urla, emesse in situazioni di pericolo e paura.

– i ringhi utilizzati come minaccia o durante il gioco.

I suoni non vocali

I suoni non vocali sono:

– gli uggiolii emessi per esprimere il desiderio di compiere un’azione, raggiungere un oggetto, un altro individuo o come richiesta di attenzione.

– gli ansimi che invece indicano situazioni di stress, paura o eccitazione.

– gli schiocchi delle mandibole utilizzati come avvertimento e minaccia oppure durante il gioco.

I suoni misti

Questi suoni possono essere intesi come la combinazione delle due categorie precedenti, con sfumature e declinazioni diverse.

Comunichiamo correttamente col nostro cane?

La comunicazione è un’interazione tra almeno due individui. Ciò significa che dobbiamo focalizzare l’attenzione anche sul nostro modo di comunicare con lui.

Spesso si cade nell’errore di continuare a ripetere il comando fino a quando il cane non esegue l’azione richiesta, ma questa non è sempre la strategia migliore. Lasciamogli invece il tempo di assimilare e comprendere quello che gli stiamo chiedendo.

Evitiamo di sovreccitarlo con fiumi di parole e gesti, si rischia solamente di creare confusione.

Facciamo attenzione anche al tono di voce e all’intensità che utilizziamo. L’udito del cane è quattro volte più sviluppato di quello dell’uomo ed è in grado di percepire gli ultrasuoni. Non è necessario urlare e sbraitare, l’informazione è molto più precisa se si utilizza un tono deciso e fermo.

Impariamo anche a gratificare il cane quando è rilassato e sereno, semplicemente per comunicargli il nostro affetto e spiegargli che quella è l’emozione giusta da provare. Non ancoriamo la ricompensa solamente alla corretta esecuzione del comando.

 

ELISABETTA PENNA

Sono etologa e naturalista. Esperta di animali selvatici e domestici, appassionata di ornitologia e grande amante dei gatti. Ho fatto ricerca sull’avifauna locale e le capacità cognitive dei pappagalli e sono consulente di comportamento felino presso un hotel per gatti.